dal Giornalino 2005
Trascriviamo una prima parte di quanto scritto da Giovanna Caroli sul n° 114 di Tuttomontagna:
Nel 60° della Liberazione sono venuti in quaranta da Genova per conoscere i luoghi dove era stato ragazzo il carabiniere Settimo Giudici, partigiano su monti lontani, ucciso dai tedeschi sulle prime balze dell’entroterra genovese il 7 aprile 1944. Sono gli escursionisti del Gruppo Scarponi che sui monti della Liguria curano, insieme ai sentieri, anche la memoria. Nel ventennale dell’eccidio, proprio il Gruppo Scarponi di Pontedecimo aveva innalzato un monumento su cui si legge “Quelli che in montagna cercano la vita / a coloro che sulla montagna l’hanno sacrificata per la libertà”; lo scorso anno una delegazione casinese di famigliari di Settimo Giudici, compaesani e amministratori aveva partecipato all’inaugurazione del restauro di quel cippo curato dal Comune di Ceranesi. Il 23 e il 24 aprile scorso sono stati gli escursionisti genovesi a visitare la nostra montagna, Accolti dagli amministratori del comune, dai famigliari di Settimo e da dirigenti e membri della Pro Loco di Cortogno.
Proprio a Cortogno, davanti al monumento in pietra in onore dei caduti, il momento più toccante, con la rievocazione di Torricelli Piero dell’eccidio in cui Settimo ha perso la vita, il richiamo del consigliere provinciale Silvano Domenichini e del sindaco Carlo Fornili ai valori della memoria condivisa e della pace e la deposizione di una corona. Nei due giorni di visita al nostro appennino,momento comunitario importante anche il pranzo offerto agli ospiti di Ceranesi e agli amici casinesi dalle famiglie Giudici e dalla Pro Cortogno.
Molto apprezzata la visita mattutina alla latteria di Cortogno con le cinque caldaie tutte in funzione sotto la guida esperta dei casari.
E proprio una forma del parmigiano-reggiano prodotto a Cortogno, divisa tra gli escursionisti ospiti, è stato il dono con cui un altro cortognese, Peppino Torricelli, emigrato a Genova da prima della guerra ha voluto onorare l’amico Settimo Giudici che aveva salutato al momento di farsi partigiano e mai più rivisto.